mercoledì 28 dicembre 2011

Obesità in aumento e disinformazione alimentare

Il benessere è un qualcosa di molto importante ma che si porta dietro sicuramente moltissimi aspetti negativi. Un aspetto negativo che in questi anni si sta largamente diffondendo è una sovralimentazione argomento che colpisce specialmente i bambini e gli adolescenti.
Moltissimi sono per fortuna le iniziative volte a arginare questa catastrofe, ma a mio parere esistono moltissime trasmissioni televisive (non voglio fare nomi per non fare cattiva pubblicità a nessuno) dove certo si apprende a cucinare, ma non si insegna come cucinare in modo poco calorico.Iinfatti lo stile di vita sedentario che un po' tutti abbiamo (specie se paragonato a quello dei nostri nonni), cozza con una cucina fatta di strutto, burro, ciccolato, panna, carne ed insaccati vari, i quali fanno ingrassare solo al pensiero. Una cucina con questi ingredienti sicuramente sarà molto saporita ed appettibile, ma diseducativa e altamente pesante per bambini che già hanno problematiche di aumento di peso. Secondo me andrebbero riscoperti quei piatti sani e genuini che sono alla base della vera cucina mediterranea, la quale utilizza solamente olio d'oliva (meglio se extravergine), e che predilige piatti poco calorici ma comunque buoni da tutti i punti di vista. Non si tratta di mangiare tofu ed mangiarsi un gambo di sedano crudo, ma di mangiare cibi sani e genuini, dando spazio alla qualità del cibo a discapito della quantità di cibo nel piatto.
Un libro che secondo me potrebbe essere utile è "Le francesi non ingrassano" di Mireille Guiliano, la quale racconta la sua personale esperienza contro la ciccia e le tanti trucchi per riacquistare la linea senza provarsi dei piaceri della forchetta.
Un ampio capitolo del libro è dedicato alla scelta di cibi di qualità e soprattutto stagionali, i quali mantengono tutti i loro speciali aromi.
consiglio per cui un analisi di cosa mangiamo, di che cosa rappresenta per noi il cibo, e se siamo cosa mangiamo, dove andremo a finire di questo passo?

martedì 13 dicembre 2011

Amenorrea

L'amenorrea indica l'assenza del ciclo mestruale causata da agenti che ancora oggi la medicina tradizionale non capirsce a fondo quali siano. Molto spesso come causa viene indicato lo stress sia dovuto al lavoro che stress psicologici causati da fattori sia interni che esterni. La medicina tratta tale sintomatologia con farmaci ormonali come per esempio la pillola, la quale però impone un ciclo mestruale "forzato" (si tratta infatti di dosaggi ormonali successivi che mimano in un qualche modo gli ormoni femminili veri e propri). Tali farmaci però presentano moltissimi svantaggi e causano molti effetti collaterali, alcuni anche di modesta entità. Inoltre oltre a causare effetti collaterali la pillola causa interazione con moltissime altre sostanze o farmaci. La pillola dovrebbe essere prescritta per periodi molto brevi (3 mesi al massimo), in quanto uno degli effetti collaterali più deleterio a mio parere è il fatto che la pillola potrebbe impigrire un sistema ormonale già di suo pigro, aggravando così il problema invece di risolverlo. In alcuni casi dopo che si è interrotta l'assunzione il ciclo ritorna ad essere altamente sfasato. In altri casi che putroppo non sono molti il ciclo riparte funziona di nuovo per bene. Una delle cause principali dell'amenorrea è l'ovaio micropolicistico oppure già ad un stato avanzato policistico. (per completezza d'informazioni sulla policistosi leggete qui http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_dell'ovaio_policistico )
Un passo importante da fare in caso di policistosi è sicuramente una correzione alimentare, come indicato in questo breve estratto (il sito è riportato nelle fonti alla fine dell'articolo):
Seguire una dieta alimentare mediterranea, a base di cereali (meglio se integrali), verdure, legumi, pesce, olio extravergine di oliva, olii di semi di spremitura a freddo, frutta di stagione, un bicchiere di vino rosso. Limitare l’uso della carne e dei grassi di origine animale. Evitare i cibi conservati e preconfezionati, fast food, insaccati, fritture, zucchero raffinato, alcool, caffè e tabacco.
Esistono anche rimedi naturali *che possono in qualche modo dare una mano alle donne che sono colpite da questo squilibrio endocrino.
Per prima cosa si usa tradizionalmente l'agnocasto ( scheda tecnica molto completa http://www.eposrl.com/eposrl/images/files/Agnocasto.pdf ), il quale ha un effetto sugli ormoni stimolandone la produzione.
La salvia, la quale contiene ormoni naturali.
L'alga Chlorella pyrenoidosa la quale contiene Fe e amminoacidi, oltre che gli omega 6
L'agnocasto è largamente utilizzato per queste problematiche, in quanto stimola la prroduzione ormonale.  aiuta ad armonizzare il bilancio ormonale della donna, regolando il sistema ovulatorio in presenza di amenorrea e dismenorrea, e migliorando i disturbi neurovegetativi (vampate di calore) in menopausa.
L'azione fitoterapica dell'agnocasto si espleta a livello dell'ipofisi, dove rallenta il rilascio di prolattina da parte del lobo anteriore grazie al suo effetto dopaminergico (la dopamina è un neuromediatore che inibisce la secrezione di prolattina). L'agnocasto, sembra inoltre agire positivamente sul riequilibrio del rapporto estrogeni/progesterone a favore di quest'ultimo (il calo di tale rapporto a favore degli estrogeni, comune nella premenopausa, può provocare gonfiore dei seni o dell'addome, disturbi del ciclo, infertilità ed aumento di peso). L'esatto meccanismo di azione dell'agnocasto, comunque, non è stato ancora completamente chiarito e, più che ad una singola sostanza attiva, è attribuibile al fitocomplesso.


Fonti: http://www.algheria.it/amenorrea
agnocasto amenorrea
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*Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni, né a consigli medici, né a terapie sanitarie. Gli Argomenti sono di natura generale, a scopo puramente divulgativo e non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico abilitato.

lunedì 18 luglio 2011

Anodea Judith

Sono reduce da uno stage bellissimo sui chakra che è stato tenuto da Anodea Judith che per la prima volta è venuta in Italia a parlare dei chakra e delle tecniche di purficazione tramite le posizioni yoga, il grounding (radicamento), la meditazione. mantra per i chakra. E' stata un esperienza fantastica, che difficilmente riuscirò a dimenticare e che consiglio a tutti di provare.
Di quest'autrice che oltre essere un ottima scrittrice è anche una persona veramente fantastica, in Italia esistono alcuni libri (non credo che però siano tradotti tutti i suoi libri).
Ecco che cos'è disponibile; secondo me sono libri che tutte le persone che si occupano di yoga dovrebbero avere nella loro libreria.


I sette chakras. Un programma completo di tecniche ed esercizi per armonizzare corpo, mente e spirito e raggiungere la salute fisica e mentale (Anodea Judith, Selene Vega)


Per informazioni su Anodea Judith potete consultare il suo sito: http://www.sacredcenters.com/

giovedì 7 luglio 2011

Ricette- köttbullar -polpettine svedesi


ingredienti per 4persone
400gr di macinato misto
50gr di pane grattuggiato
100gr di panna
50-100gr di acqua
1 uovo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di pepe
burro o margarina per cuocere


procedimento:
lasciare rinvenire il pangrattato in acqua e panna per 10min.
aggiungere il macinato, l'uovo, sale e pepe. lavorare bene il macinato, se è neccessario aggiungere ancora dell'acqua.
formare delle polpette piccole.
far prendere colore al burro in una padella e far rosolare tutte le polpette, un pò alla volta. quando sono tutti belli rosolati, rimetterli tutti insieme di nuovo nella padella e finire di cuocere. 4min se sono piccole(tipo ikea) 6min se sono più grandi.


visto che la ricetta è presa da un ricettario svedese...vi consigliano di servire insieme a: patate al vapore,salsa,marmellata di mirtilli o ribes


fonte: www.cookaround.com

La mia definizione del termine magia


Nella storia come sappiamo questa parola ha causato infinite rivalità, problemi incomprensioni ed anche atroci delitti. Ma che cosa significa veramente questa parola? Perchè la magia fa tanto paura? Perchè la si condanna sempre e comunque?
Io proverò tramite quello che conosco a dissipare alcuni dei maggiori dubbi.
La paura della magia deriva da concetto un po' distorto che i questi anni i mass-media, i film, hanno inculcato nella gente, rendendola timorosa di qualsiasi cosa non sia scientifica e non si possa toccare con mano. 
Innanzitutto la paura della magia, si è annidiata come un tarlo nel legno, dagli albori della civiltà. E' sempre stata considerata dalla civiltà media come un qualcosa solamente negativo, un mezzo pieno d'odio che gente priva di qualsiasi legge morale utilizza (ed utilizzava) per averne un tornaconto senza pensare alle altre persone.Putroppo per chi la pensa così, in queste brevi righe vi mostrerò che le cose non sono sempre negative come pensate, ma che esiste anche una magia "buona".
Facendo un passo indietro, io definirei la magia come un incanalamento di energie necessarie ad ottenere un determinato scopo, il quale potrebbe portare giovamento alla persona che la pratica.
Questa definizione si può applicare sia alla magia definita nera (per cui negativa) che a quella bianca (positiva).
Il perno però su cui si appoggia comunque la magia oltre che sull'energia e sull'intenzione che gli si da. Infatti è qui, che si differenzia la magia bianca da quella nera, sul fatto che la prima è improntata all'aiuto di una persona o comunque al compimento di un "opera di bene" e che la seconda invece è improntata a creare un danno o un disagio ad un'altra persona.
La magia comunque permea ogni aspetto della vita di qualsiasi persona; infatti essendo energia (l'atomo ed in quark sono le più piccole unità viventi conosciute, al di sotto di loro c'è solo energia), permea costantemente le nostre esistenze. La magia è la nascita, la magia è il respiro di un bambino, il battere d'ali di una farfalla, la nostra stessa vita. La magia non è un qualcosa ma è il tutto, e quell'energia che spinge la nostra vita, dopo sta a noi renderla "bianca" o "nera".
Dite pure la vostra...qualsiasi commento (purchè rispettoso nei confronti degli altri utenti mi raccomando!!!) è ban gradito. Ogni cosa ed ogni punto di vista aiuta  a crescere.

martedì 21 giugno 2011

Riciclo alcune idee carine

foto oggetto
I nostri appartamenti possono essere abbelliti con giardini verticali realizzati con materiale riciclato. L’occorrente per questa realizzazione e’: lattine di alluminio (l’ideale sono quelle realizzate con tappo di plastica), fil di ferro, apriscatole, piante, nastro adesivo, trapano. Togliete le etichette dalle scatole, lavatele e asciugatele bene. Con l’apriscatole rimuovete le porzione inferiore. Dopo averla rimossa realizzate una serie di fori alla stessa distanza l’uno dall’altro.
In particolare realizzatene quattro ai bordi, l’uno opposto all’altro che vi serviranno per appendere il porta pianta. Per creare il gancio a cui appendere la pianta fate passare due pezzi distinti di fil di ferro dall’alto verso il basso nelle due coppie di fori. Attorcigliateli poi tra loro in modo da formare il gancio di sostegno che vi servira’ per appendere la pianta. A questo punto inserite il fondo all’interno della lattina, come vedete in figura, in modo che sia all’interno di qualche centimetro. Fissate tutto con il nastro adesivo.
Capovolgete la lattina, praticate un foro circolare della dimensione del tronco piu’ grande della pianta e fate passare da questo buco la terra. Dopo avere inserito un po’ di terra mettete la pianta, facendo entrare dapprima le radici.  Aggiungete altra terra fino a riempire del tutto la lattina. Per evitare che esca la terra quando capovolgete la pianta dovete rimettere il coperchio di plastica della lattina e fissarlo alla lattina stessa usando del nastro adesivo. Rivestite poi con della carta colorata la lattina in modo da decorarla e renderla adatta alle vostre case. Appendete la pianta.


Crearsi la diavolina da soli:



L’avvicinarsi della bella stagione si presta a splendidi barbecue nei campeggi o durante pic-nic in compagnia. Capita spesso per accendere il fuoco di utilizzare sostanze chimiche, tossiche ed inquinanti. Vi proponiamo qui un sistema per realizzare una diavolina fai-da-te a partire da oggetti che butteremmo via. Tutto cio’ che vi serve sono: filo interdentale, cotone idrofilo, un contenitore di cartone per uova, il fondo di alcune candele.
Prendete il cotone idrofilo, all’occorrenza anche usato, purche’ non imbevuto in precedenza con sostanze chimiche tossiche, ed inseritene un bel batuffolo all’interno di ogni singolo contenitore per uovo. Tagliate i singoli contenitori, ripiegate la parte superiore formando delle alette in modo da formare un vero e proprio coperchio come vedete in figura. Successivamente forate ogni aletta della parte superiore e fate passare il filo interdentale in ciascuna di esse. Fissate il filo con un nodo.
A questo punto dovete ricoprire ogni singolo contenitorino con della cera fusa. Per questa finalita’ mettete i vostri fondi di candela all’interno di un contenitore di vetro e fatelo bollire all’interno di un pentolino pieno d’acqua. La cera a contatto con il calore dell’acqua bollente si fondera’ rapidamente. Immergete tenendoli per il filo i vari contenitorini di uova e ricopriteli cosi’ di cera. Legando uno all’altro i contenitorini usando il filo interdentale ricoperto di cera ottenete un’ottima miccia per accendere il vostro fuoco adatto per cuocere ogni tipo di cibo. Buon barbecue e grigliata dei cibi che preferite.

Coccarda per i pacchi regalo fai da te:
 
Qui di seguito trovatel modo per trasformare le pagine di una vecchia  rivista in coccarde ecologiche con cui decorare i vostri regali. Tutto cio’ che vi serve sono una vecchia rivista, possibilmente molto colorata, un paio di forbici, una cucitrice o del nastro bi-adesivo, della colla vinilica o colla di riso. Tagliate in verticale una pagina della rivista in nove strisce. Tenete le prime tre della loro lunghezza ed accorciate man mano di circa quattro centimetri le strisce successive diminuendo la lunghezza di tre in tre. L’ultima striscia deve poi essere la metà della penultima.
Attorcigliate ogni striscia per formare un cappio come quello che vedete in figura e fissatelo nel centro. Per il fissaggio potete in alternativa utilizzare un punto di pinzatrice, oppure il nastro bi-adesivo o la colla. A questo punto non vi resta che sovrapporre a raggiera le altre strisce di carta dopo averle attorcigliate. Fissatele tutte nel mezzo, singolatmente ed una con l’altra. L’ultima striscia, la piu’ corta, sara’ da inserire nel mezzo della coccarda e formere’ un vero e proprio anello. La coccarda fai-da-te e’ pronta per essere applicata sui vostri regali natalizi.

Porta carte fatto di CD:
Usando tre vecchi cd-rom potete creare un comodo porta carte. Piegate a metà un cd-rom sottoponendolo al calore della fiamma di un accendino. Ripetete questa operazione con un altro cd. Incollate poi uno dopo l’altro i due cd ripiegati su un terzo cd che vi serve da base come vedete in figura.
Per compiere questa operazione mettete un po’ di supercolla solamente su una delle facce del cd ripiegato. Fate in modo che tra le due facce verticali dei cd resti qualche millimetro di spazio in modo da potere inserire oggetti di carta quali fotografie, biglietti da visita o altro.

Barattolo condizionatore:

Il vostro computer puo’ essere sfruttato per produrre aria refrigerata sfruttando una porta usb. Tutto quello che vi serve e’: un barattolo di latta (le dimensioni ideali sono quelle della lecitina), un vecchio cd-rom, una ventolina di raffreddamento per pc, un cavo usb, un morsetto elettrico, tre viti. Per prima cosa forate con un trapano il barattolo a circa un terzo della sua altezza su tutta la circonferenza.
Successivamente fate altri tre fori ad un’altezza pari alla meta’ del barattolo. Inserite tre viti nei fori a meta’ altezza: vi serviranno per sostenere il cd-rom. Forate anche il cd-rom usando il trapano e creando due serie di cerchi concentrici. Inserite il cd-rom all’interno del barattolo appoggiandolo alle tre viti in modo da suddividere il barattolo in due parti distinte. Sopra al cd-rom dovrete mettere poi alcuni cubetti di ghiaccio che funzionano da refrigerante quando ricevono l’aria della ventolina. A questo punto si procede con l’installazione della ventolina in cima al barattolo ed al collegamento elettrico.
Per il collegamento elettrico vi rimandiamo alla notizia ventilatore usb in cui e’ ben descritta la procedura da seguire per collegare nel modo corretto la ventolina al pc senza creare danni. Per l’installazione della ventolina dovete creare un foro sul tappo del barattolo, di una dimensione pari alla circonferenza della ventola. Successivamente usando un po’ di supercolla o ancor meglio silicone fissate la ventolina, il morsetto ed il filo al tappo. Inserite il tappo sul barattolo e collegate il cavo usb al computer: il vostro condizionatore incomincera’ a sprigionare aria fresca dai fori laterali. Ovviamente quando il ghiaccio si consuma e’ necessario eliminare l’acqua depositata sul fondo ed inserire altri cubetti.

Scalda acqua solare:


L’energia solare e piu’ specificamente le radiazioni solari, abbondanti in questi giorni di inizio estate, possono essere sfruttate per scaldare l’acqua. Potrete ottenere un effetto analogo a quello di un pannello solare, con l’unica differenza che sfrutterete oggetti di recupero. Tutto cio’ che vi serve e’: la griglia esterna di un frigorifero (collettore), alcuni listelli di legno, un ampio foglio di alluminio, un pezzo di vetro, nastro isolante, due contenitori per l’acqua, qualche metro di tubo di gomma dello spessore del tubo di metallo della griglia, un vecchio zerbino di gomma. Per realizzare lo scalda acqua dovete prima di tutto tagliare alla base la griglia esterna presente nella parte posteriore di un vecchio frigo (figura 1). In questa griglia, chiamata collettore, circola il liquido refrigerante del frigo.
Tagliate alla base in modo da tenere due tubicini paralleli di metallo che costituiranno l’ingresso dell’acqua fredda e l’uscita di quella calda. Dopo esservi procurati la griglia e’ necessario costruire la struttura portante dello scalda acqua. Questa e’ realizzata come vedete in figura 2 legando tra loro tramite dei chiodi 3 listelli di legno. Il fondo dello scalda acqua e’ invece ottenuto mediante uno zerbino di gomma. Questo viene fissato ai listelli di legno mediante chiodi ed in aggiunta la struttura puo’ essere rinforzata inchodando nella parte inferiore dei listelli di legno. Il collettore viene fissato alla struttura in legno usando dei chiodi. E’ poi importante inserire un foglio di alluminio tra lo zerbino ed il collettore in modo da aumentare l’irraggiamento della serpentina di metallo che attira gia’ molto calore grazie alcolore nero. Per fissare la serpentina allo zerbino potete utilizzare del semplice nastro isolante. Inserite poi il quarto listello di legno come vedete in figura in modo da completare la struttuta. E’ poi necessario forare questo istello in modo da consentire il passaggio dei due tubicini, terminali del collettore.
A questo punto potete fissare una lastra di vetro nella parte superiore dello scalda acqua in modo da formare una vera e propria serra che favorisca l’aumento della temperatura dell’acqua in circolazione nella serpentina. Prolungate poi i due tubicini tramite tubo di gomma in modo che un tubo di gomma finisca la sua corsa nel recipiente di alimentazione, quello dell’acqua fredda posto ad un altezza superiore rispetto allo scalda acqua, e l’altro tubo in quello dell’acqua calda posto piu’ in basso. A questo punto immergete il tubicino nel recipiente superiore e succhiate dall’altro tubicino finche’ non incomincia ad uscire acqua. Questa operazione e’ necessaria per riempire la serpentina ed avviare la discesa spontanea dell’acqua da un recipiente all’altro per gravita’. A questo punto l’acqua incomincera’ a defluire da un recipiente all’altro e passando nella serpentina si riscaldera’ notevolmente. Per il buon funzionamento dello scalda acqua e’ necessario che questo sia esposto all’irraggiamento solare e che vi sia una temperatura esterna di almeno ventiquattro gradi, ampiamente superati in questi giorni di inizio estate.

Albero di Natale fatto di CD:

Con l’uso di due semplici Cd-Rom potete creare dei piccoli alberi di Natale da tavolo oppure da appendere. Prendete un cartoncino e disegnate una sagoma di albero di Natale delle dimensioni di un cd-rom. Con un pennarello disegnate la sagoma dell’albero sul cd appoggiando il cartoncino. Con l’uso del cutter incidete il cd-rom: l’incisione vi servirà come guida per il successivo taglio del cd da farsi con le forbici. Nel tagliare il cd-rom prestate molta attenzione a non romperlo: incidete in modo deciso, cercando di evitare strappi. Ripetete questa operazione per entrambi i cd. Come potete vedere in figura i cd devono poi essere incastrati uno nell’altro.
Per questo scopo praticate su primo cd-rom due incisioni perpendicolari rispetto alla base dell’albero. Potete vedere le due incisioni evidenziate in rosso in figura 3. La distanza tra un’incisione e l’altra deve essere di poco superiore rispetto allo spessore del cd-rom. Tagliate poi con le forbici il pezzo di cd compreso tra le due righe rosse: otterrete così il primo pezzo dell’albero pronto per essere incastrato. Sull’altro cd le incisioni partono dalla punta dell’albero e raggiungono il foro centrale. Anche in questo caso le incisioni devono avere una distanza pari allo spessore del cd-rom. Dopo aver ritagliato anche il secondo cd-rom le due porzioni di albero sono pronte per essere incastrate ed incollate. L’albero completo che potete vedere in figura 4 può essere appeso incollando un apposito cordino. 

Fornello lattina:
Con 3 lattine potrete realizzare un fornello da utilizzare all’aperto, magari in campeggio, dato che l’estate si avvicina! Prendete due lattine di uguale diametro ed una terza con diametro inferiore. Praticate 32 fori utilizzando una puntina da disegno sul bordo di una delle due lattine di diametro maggiore. Prestate attenzione a non ammaccare la lattina in questa fase. Successivamente fate 7 fori con un chiodo nella porzione centrale della stessa lattina. Tagliate il fondo della lattina su cui avete praticato i fori, creando una struttura di circa 2 centimetri di altezza.
Successivamente tagliate le pareti della lattina con diametro inferiore così da creare un cilindro privo di basi di 4 centimetri di altezza circa. Levigate accuratamente il bordo superiore e quello inferiore e fissate questa struttura all’interno della porzione di lattina con i fori ad esempio incollandola. Potete usare qualsiasi tipo di colla perchè il fissaggio è solo temporaneo. Dopo aver fissato la porzione di lattina dal diametro inferiore tagliate tre piccoli triangolini nella parte inferiore della lattina interna. A questo punto non vi resta che tagliare la parte inferiore della terza lattina, con un altezza di pochi millimetri superiore rispetto a quella della lattina dal diametro inferiore.
Incastrate poi la parte superiore forata in quella inferiore. Questa operazione è la più noiosa di tutta la creazione perchè le due porzioni di lattina hanno lo stesso diametro. E’ importante in questa fase evitare di ammaccare il fornello. Per inserire una lattina nell’altra potete usare un pò di lubrificante, ma questo non è necessario: la migliore tecnica è cercare di avvitare una porzione con l’altra. A questo punto il fornello è pronto per l’uso. Il migliore combustibile è il metanolo liquido, in sua assenza si può utilizzare l’alcool denaturato che ha l’unico difetto di bruciare rapidamente e produrre una fiamma molto alta, non ottimale per cucinare.

Lampada salata:
Prendete una comune lampadina ad incandescenza. Stendete uniformemente un sottile velo di silicone sulla parte di vetro. Fate attenzione a non fare cadere il silicone sulla parte inferiore di metallo. Successivamente rotolate la lampadina in uno strato di sabbia, precedentemente steso su un foglio di giornale. Aspettate che il silicone si asciughi. La lampadina salata è pronta per l’uso!
Fonte (per tutti gli articoli): http://www.ioricreo.org/

domenica 19 giugno 2011

[Recycle e Recuperi]-Come recuperare un vecchio orologio Swatch


Chi di noi non ha mai avuto in casa un orologio Swatch? credo ben poche persone. infatti negli anni '80-'90 rappresentavano un regalo originale, carino, di design e di prezzo abbastanza contenuto.

Gli Swatch però hanno alcuni piccoli inconvenienti che possono renderli inservibili dopo molto tempo. Il maggiore e sicuramente il più appariscente è il fatto che non è possibile smontare un orologio swatch, in quanto è fatto in una fusione unica di plastica, per cui generalmente per qualsiasi problema di meccanica non si può far nulla se non gettare e sostituire l'orologio. In questi giorni mi èe finito per le mani un vecchissimo Swatch Divine (1993) che sta dandomi del filo da torcere.
Per prima cosa vi spiego cosa si può fare per recuperarlo...in genere dovrebbe funzionare per tutti gli Swatch...speriamo per il mio...
Ps lo smagnetizzatore si chiama così:



- Per prima cosa aprire l'alloggiamento della pila (non proprio una passeggiata) con una moneta da 2 o 5 centesimi
- Dopo aver tolto tappo e sotto tappo dall'orologio controllate bene, se vi siete dimenticati la pila dentro potrebbero esserci varie ossidazioni ed ostruzioni dal contatto (si eliminano grattandole via o usando un apposito spray reperibile credo nei ferramenta).
- Secondo recarvi a comprare una pila appropriata (costo 4-5 euro)
-Se il vostro Swatch funziona, beh ritenetevi molto fortunati e godetevi il vostro orologio!!!
-Se non dovesse funzionare nessun problema...aiutatevi facendo ruotare per un po' di volte le lancette dei minuti, se quella dei secondi resta bloccata facendo così dovrebbe successivamente sbloccarsi...ed andare...fate attenzione che però questo passaggio deve essere ripetuto fino a quando le lancette si sbloccano definitivamente (il mio va per alcuni minuti e poi si riblocca)...
-Altimenti provare ad usare uno smagnetizzatore per quarzi, si tratta di un apparecchio usato per smagnetizzare utensili, ma che viene anche usato per smagnetizzare le lancette degli Swatch facendole ruotare molto velocemente. Si tratta di un apparecchio con costo di circa 40 € che molto gioiellieri-orologiai hanno...per cui potreste provare a vedere, magari il problema è una piccola cosa. Altro discorso se le lancette sono staccate in questo caso l'orologio è totalmente inservibile...e va gettato (anche se io un giro dall'orologiaio lo farei lo stesso...uff il mio Divine è di nuovo fermo... credo che anche io farò un giro dall'orologiaio...

sabato 11 giugno 2011

come analizzare gli ingredienti di un cosmetico


Se vuoi assicurarti che la tua crema idratante, il tuo shampoo o la tua maschera siano totalmente composti da ingredienti naturali o se semplicemente vuoi chiarirti le idee circa la composizione di determinati cosmetici, dovrai imparare a leggerne gli INCI (ovvero gli ingredienti di cui sono composti).
Generalmente gli inci sono riportati, a caratteri spesso minuscoli, sul retro delle confezioni dei vari prodotti.
Quindi per iniziare prendi il prodotto che ti interessa e cerca gli ingredienti di cui è composto. 
Per capire la qualità delle sostanze di cui è composto un determinato cosmetico dovrai necessariamente munirti di un Biodizionario, a meno che tu non sia competente di materie chimiche e hai una certa preparazione a riguardo. Non sempre a casa si ha un biodizionario a portata di mano; se anche tu ne sei sprovvista non ti preoccupare; in questo sito web ne troverai uno che fa al caso tuo: Biodizionario cosmetico
Devi solamente cliccare sulla lettera con il quale il tuo ingrediente inizia; ad esempio se trovi scritto nel tuo Inci Cetearyl Alcohol, dovrai cliccare sulla lettera C e scorrere la lista di ingredienti fin quando non trovi quello di tuo interesse. Come puoi vedere accanto a ciascun ingrediente vi sono dei pallini di vario colore seguiti dalla descrizione dell'ingrediente in questione.
I pallini indicano il grado di "accettabilità" o "pericolosità" di un determinato ingrediente.
Ad esempio 2 pallini VERDE stanno ad indicare un ottimo ingrediente, 1solo pallino indica un ingrediente buono, 1 pallino GIALLO indica un componente accettabile, i pallini ROSSI indicano ingredienti non proprio buoni per la nostra pelle.
Per farti un'idea di come sia un determinato prodotto non dovrai fare altro che cercare pazientemente tutti gli ingredienti riportarti e segnarti il grado di accettabilità o meno di ciascuno. Ricordati che un ottimo INCI prevede dei pallini Verdi soprattutto tra i primi ingredienti, mentre dei pallini rossi tra gli ultimi ingredienti non dovrebbero creare problemi perchè si tratta di ingredienti presenti in percentuali piuttosto basse.
Infatti ciò che conta veramente per la tua analisi sono gli ingredienti riportati tra i primi posti,essendo presenti in maggiori quantità rispetto a quelli riportati agli ultimi posti.
per altre informazioni relative alle etichette ed hai pittogrammi in essa contenuti vi rimando al link del ministero della salute: Ministero della Salute-cosmetici-etichettatura
Qui ci sono i link ad i pdf relativi alle normative cosmetiche (lì trovate anche nella pagina del Ministero della Salute)
normativa_984_allegato
normativa_871_allegato (test su animali)
normativa_874_allegato (solari)

fonte: saperlo.it

Altre linee guida sui cosmetici (linee guida Unipro e dal sito del partito del Verdi)
Etichettatura_26_componenti_identificati_da_SCCNP.pdf
Periodo post-apertura.pdf
linee-guida-salva-animali.pdf

venerdì 10 giugno 2011

Piccoli trucchi del fai-da-te


Come recuperare un ombretto rotto o vecchio e creare uno smalto per unghie colorato:

Occorrente

  • Smalti trasparenti
  • Ombretti
Prima di tutto copri il piano su cui devi lavorare con un foglio di giornale, in modo da proteggere la superficie sottostante.
Procurati tutti gli ombretti che hai a disposizione e a cui non tieni in modo particolare, e dei comunissimi smalti trasparenti.
Puoi anche comprare queste cose in un discount o al mercato con pochi euro.
Con l'uso di un coltellino, la lama di una forbice, o un altro oggetto piccolo, gratta delicatamente la superficie di un ombretto, facendola cadere in un piccolo contenitore, può anche essere un piattino da caffè.
Se si sono staccati dei pezzetti grossi non devi far altro che schiacciarli per polverizzarli.
Trasferisci su un foglietto di carta la polvere di ombretto, piega leggermente il foglietto fino a creare un'incavo per facilitare l'operazione, e versa la polvere nella boccettina dello smalto.
Se ti è più comodo usa la punta arrotondata di un piccolo oggetto per raccogliere la polvere e versarla nello smalto.
Con un bastoncino di legno, tipo quelli di arancio per le cuticole, gira all'interno della boccetta il composto in modo da mescolare bene lo smalto con la polvere, quindi chiudi la boccetta e agita energicamente fino a che il colore diverrà omogeneo ed uniforme.
Se vuoi un colore più scuro, ripeti l'operazione aggiungendo più polvere.
Oppure usa ombretti di tonalità diverse, da mischiare insieme per creare dei colori particolari ed originali.
Una cosa è certa, saranno smalti che avrai solo tu e non si troveranno da nessuna parte.
Per un tocco più brillante miscela dello smalto trasparente glitterato.


 I problemi della forfora come risolverli:


La forfora purtroppo e' una condizione molto comune e diffusa sia per gli uomini che per le donne. Molto spesso la forfora e' sintomo di altre patologie a carico del cuoio capelluto. 
In ogni caso, comunque, la sintomatologia e i rimedi possono essere gli stessi. Molto spesso si fa ricorso a shampoo sempre piu' aggressivi convinti che sgrassare il cuoio capelluto sia la soluzione giusta. Purtroppo il cuoi capelluto gia' infiammato di suo reagisce a queste aggressioni infiammandosi ulteriormente e producendo altra pelle morta.
Una soluzione ottimale consiste nel lavare quotidianamente i capelli con detergenti specifici ma allo stesso tempo delicati per il cuoio capelluto a base di azoto o zolfo. Inoltre molto utile puo' essere applicare nei capelli e sulla cute prima del lavaggio dell'olio di oliva o di mandorle dolci per tamponare l'azione aggressiva dei detergenti. 

domenica 29 maggio 2011

Lo yoga

Lo yoga è un'antica disciplina che comprende pratiche ascetiche e meditative, che rappresenta una delle sei drasana (sistemi ortodossi della filosofia religiosa) nella religione induista.
Il termine Yoga viene già riconosciuto negli antichi testi dei Veda con il significato di "unire" "attaccare" "imbrigliare".

Da qui il significato, posteriore, di yoga come tecnica ascetica o meditativa avente come scopo l' "unione mistica" con la Realtà ultima e tesa ad "aggiogare", "controllare", "governare" i "sensi" (indriya) e i vissuti da parte della coscienza (buddhi). [Wikipedia]
Lo yoga moderno prevedere 8 stadi (che indicano al praticante 8 arti come le parti del corpo), senza le quali non è possibile raggiungere l'unione con Paramatma (lo spirito supremo)

Yama: I comandamenti morali universali: che prevede al suo interno
  • Ahimsa: la non violenza, sia psichica che fisica
  • Sathya: la sincerità e l'adesione alla verità (specialmente con se stessi)
  • Asteya: onestà ed astenzione della cupidigia e la liberazione dall'avidità
  • Brahmacharya: castità specie morale e sentimentale
  • Aparigraha: distacco dalla bramosia e dal potere
Nyama:  le regole dell'autopurificazione
  • Saucha: pulizia, salute fisica, purezza
  • Santosa: appagamento, felicità della mente, sapersi accontentare
  • Tapas: ardore nel lavoro, desiderio ardente di evolversi spiritualmente
  • Svadhyaya: ricerca interiore
  • Ishvara Pranidhana: abbandonarsi alle Divinità
Asana:
sono le posizioni assunte in alcune forme dello yoga, specie nell'Hata Yoga La funzione degli asana è direttamente collegata alla fisiologia indiana, fondata sul sistema sottile. Secondo tale sistema, attraverso l'assunzione di diverse posizioni del corpo, il praticante diviene in grado di purificare i canali energetici (Nadi), incanalare l'energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psico-fisico. [Wikipedia]

Pranayama:
letteralmente significa il controllo di prana e yama; in pratica prevede l'apprendimento di tecniche che tramite il respiro sono in grado di controllare il flusso del prana nel corpo.La parola deriva da Prana (fiato, respiro, vita) e yama (lunghezza, controllo).

Pratyahara:
l'emancipazione della mente, ritirandola dagli oggetti e dai sensi.Sarebbe il ritiro dei sensi, proprio come una tartaruga ritira la sua testa dentro alla sua corazza. Lo stato di Pratayahara si raggiunge tramite il consecutivo ripetersi (mentalmente) di un mantra.

Dharana:
La concentrazione, diventare una cosa sola con ciò che si fa.

 Dyana:  
La meditazione 

Samadhi: 
è uno stato di coscienza superiore è lo stato del raggiungimento dell'equilibrio totale, come profonda realizzazione del Sé.

Alcuni tipi di yoga classico:
  • Bhakti Yoga (Y. della devozione)
  • Jñāna Yoga (Y. della conoscenza)
  • Karma Yoga (Y. dell'azione)
  • Raja Yoga o Ashtanga Yoga (Y. regale, mentale)
  • Hatha Yoga (Y. fisico)
  • Dhyana Yoga (Y. della meditazione)
  • Mantra Yoga (Y. delle formule o mantra)
Altri tipi di Yoga:

  • Ananda Marga Yoga
  • Anusara Yoga
  • Iyengar Yoga
  • Kriya Yoga
  • Kundalini Yoga
  • Sahaja Yoga o yoga spontaneo
  • Satyananda Yoga
  • Surat shabd yoga
  • Yoga Ratna
  • Yoga Tibetano
  • Vihangam yoga
  • Ashtanga yoga
  • SwáSthya Yôga
Per maggiori riferimenti vi rimando alla pagine di wikipedia da cui ho tratto il materiale: Wikipedia Yoga

sabato 28 maggio 2011

Conservare ed usare al meglio i cosmetici


Visto che mi sono lanciata su discorsi cosmetici :) ho deciso di aggiungere alcune discussioni sull'uso corretto dei cosmetici e sull'interpretazione delle etichette, che per il consumatore medio non è del tutto semplice.
Per prima cosa ogni tipologia di cosmetico ha le sue peculiarità anche dal punto di vista della conservazione. I cosmetici con un elevata base acquosa (e sono  molti) sono ad alto rischio attacco microbico, in quanto essi usano l'acqua come fonte nutritizia, e per cui necessitano di un buon sistema preservante, anche perchè un cosmetico attaccato da microbi causa irritazioni alla pelle anche gravi.
Per cui per allungare la vita dei cosmetici le case cosmetiche operano seguendo le "buone prassi igieniche industriali", che sono delle regole a cui attenersi perche il prodotto sia privo di microbi. Per cui un sistema preservante non serve per controllare una carica microbica che si è sviluppata a monte del confezionamento, ma per controllare i microbi che si svilupperanno a valle.
Anche la scelta delle packaging deve rispettare la stabilità del cosmetico.
Il packaging mostrato in figura è quello che maggiormente rispetta il cosmetico, in quanto impedisce alla luce ed al calore di penetrare nel cosmetico e di innescare i processi chimici di irrancidimento.
Dopo il confezionamento e la messa in commercio arriva il consumatore che a volte maltratta nel vero senso della parola il cosmetico, mettendo anche a dura prova il sistema preservante. Quante persone si sono dimenticate almeno una volta un cosmetico aperto all'aria, o nella borsa del mare con la sabbia sulla crema protettiva? Credo che tutti almeno una volta abbiamo dimenticato i nostri cosmetici alla mercè dei microbi.
Come ci si comporta per preservare la vita dei cosmetici?
  1. Evitare di mettere un cosmetico vicino alle fonti di calore perchè fa evaporare l'acqua contenuta al suo interno e distrugge i principi attivi termolabili.
  2. Aprire e richiudere subito i cosmetici in quanto nell'aria ci sono presenti moltissimi microorganismi patogeni che diminuiscono la conservabilità di un cosmetico
  3. Evitare di diluire con acqua shampoo, balsami etc,nella loro confezione, se si vuole dilurli lo si fa in un contenitore apposito (precedentemente lavato per bene) e lo si usa nel giro al massimo di una giornata (meglio sarebbe entro poche ore)
  4. Evitare di travasare cosmetici in contenitori diversi da quello usato dalla ditta produttrice. Se è stata scelta quella confezione è sia per un fatto estetico che per un fatto tecnologico
  5. se fuoriesce del cosmetico pulire il beccuccio orfizio etc con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool denaturato
  6. Non provare mai a usare il cosmetico per usi diversi da quelli per cui è stato destinato (il sapone mani non è adatto all'uso come detergente intimo, visto che il pH della pelle è diverso e anche la sensibilità della zona è diversa).
Spero che con questi piccoli consigli sappiate come utilizzare al meglio i cosmetici, che usiamo praticamente sempre si dice che si usino minimo 9 cosmetici diversi al giorno per persona,(si arriva anche a 15 per le donne)...per cui meglio li trattate voi e meglio vi trattano loro :)
Un bacioo!!!

La cosmesi naturale, qualche precisazione


In questi ultimi anni la cosmesi naturale e biologica, si sta espandendo a macchia d'olio. Ma non pensate che in un cosmetico anche definito naturale, tutte le sostanze in esso contenuto derivino da sostanze naturali. Il fatto è molto semplice, per il formulatore creare un cosmetico interamente di derivazione naturale non è semplice. Un cosmetico interamente naturale non vi invoglierà di certo al suo utilizzo. Un esempio molto semplice è il gel d'Aloe, che in questi anni spolpola ed ha spopolato molto. Si tratta del estratto delle foglie dell'Aloe vera. Se avete una piantina d'Aloe a casa provate a prendere una piccola foglia carnosa ed a vedere la sua consistenza ed il suo odore...il gel è appicicoso, poco stendibile sulla pelle ed ha anche un odore poco gradevole. Comparate questo con il gel d'Aloe cosmetico. E' un bel gel limpido, poco appicicoso, profumato, altamente stendibile sulla pelle e di facile assorbimento. Nel gel cosmetico vi è un circa 10% (varia comunque da ditta a ditta) di gel d'aloe, il resto sono sostanze migliorative che rendono più gradevole, più conservabile e più apprezzabile il gel d'aloe. Per cui quando acquistate un cosmetico definito "naturale" o "biologico" aspettatevi all'interno anche sostanze chimiche. Ovviamente nei cosmetici naturali si cerca di limitare e non usare (se possibile) tutti quei derivati della petrolchimica (derivati del petrolio) e di incentratrsi si quelle sostanze che sono si di derivazione naturale, ma che hanno subito processi di lavorazione e reazione chimica.
Putroppo l'esigenza maggiore per chi lavora nella cosmetica è di dare al consumatore un cosmetico stabile, bello, profumato ed efficace e principalmente che non abbia nessun effetto collaterale (ovvio che un'allergia non è possibile prevederla, in quanto dipende dalla sensibilità del sistema immunitario della singola persona).Con solo derivati naturali da soli non si riesce a creare cosmetici, ma comunque anche i derivati chimici che tanto fanno paura, oggi sono  molto controllati la legge ha per fortuna messo paletti  molto rigidi sull'uso di queste sostanze, specie se si tratta di conservanti, che vengono usati in percentuali veramente minime, ma comunque efficaci per garantire la salute del consumatore.

domenica 15 maggio 2011

La mooncup, ovvero un'alternativa eco friendly e salutare agli assorbenti ed ai tamponi interni


Di questa moon cup finalmente si sta inziando a parlare un po' ovunque. Merito dell'intervento di Luciana Littizzetto che tempo fa ne ha parlato a "Che tempo che fa" nota trasmissione domenicale di Rai3.
La moocup è una coppa di silicone, altamente compatibile con il pH vaginale. La mooncup si trova in nelle farmacie ben fornite e credo anche nei negozi che trattano alimenti naturali, integratori ed affini.
La mooncup si presenta in due taglie una A adatta a persone di età superiore ai 30 anni ed a chi ha avuto perlomeno un parto, ed una tagia B adatta a persone che vanno finno ai 30 anni circa.
Io personalmente non l'ho ancora usata, ma comunque dalle informazioni che sono riuscita e reperire, è facile da applicare e molto comoda da indossare.
La prima volta che la si mette si consiglia di restare a casa (metterla per la prima volta per esempio di domenica) in una giornata tranquilla, quando magari il flusso non sarà abbondante come nei primi giorni. tutto ciò non perchè sia difficile da mettere ma perchè con l'inesperienza la si potrebbe mettere storta, e così non potrebbe svolgere in modo pieno la sua funzione. La prima cosa da fare è sterilizzare la mooncup. Mettete un pentolino con dell'acqua e fate bollire. Lasciare sterilizzare la mooncup. Lasciar raffreddare ed inseritela magari bagnandola leggermente in modo che la parte esterna non faccia troppo attrito con le pareti vaginali.Dopo di che ogni 2-3 ore (dipende dal flusso del vostro ciclo) svuotatela (fatelo sul bidet, in modo che se dovesse scivolarvi non vi finirebbe nel gabinetto). La mooncup è garantita per 10 anni...in suo costo si aggira sui 35€ circa...se avete curiosità o vi servono informazioni ditemi pure!!! :)
Dimenticavo, la mooncup aiuta anche la natura, in quanto evita tutto l'inquinamento dovuto all'uso di assormenti e tamponi (che a volte oltretutto causano notevoli irritazioni ed allergie), che sono meteriali di difficile riciclaggio e trasformazione...

[Tutorial]- Furoshiki project

I furoshiki quadri di stoffa con cui si fanno moltissime cose molto utili. Vengono utilizzati in Giappone come alternativa ai sacchetti di plastica. Si tratta di nodi e ripiegamenti della stoffa in grado di conterenere oggetti vivande e qualsiasi oggetto si voglia. Su youtube esistono moltissimi video che mostrano come creare anche delle carine ed utili borse di stoffa. Non si utilizzano cuciture ma semplicemente dei nodi e la stoffa ripiegata sarà in grado di contenere qualsiasi cosa voi vogliate. In Giappone in Ministero ha fornito questo semplice pieghevole link dove in modo molto semplice si vede come realizzare da se un furoshiki.
Ecco alcuni dei video che ho trovato molto interessanti e che sono diventatati parte integrante della mia videoteca :)

Questo video è il mio preferito visto che è in italiano, credo si tratti di uno spezzone di un video più lungo (magari di un libro, personalmente non lo so), ma comunque è molto ben fatto...


Questo video spiega in pratica quello che in Giappone è scritto sul pieghevole menzionato sopra.


In questo video invece (che è in giapponese ed inglese) si verdà come realizzare una borsa. Il video è stato realizzato in uno dei più grandi negozi che realizza furoshiki a Kyoto.

[Ricetta vegan]- Avocado alle mandorle


Ingredienti
Per 1 persona
mezzo avocado maturo
3 mandorle tostate
un pizzichino di finocchiella selvatica
una foglia secca di limone o lime
due gocce di aceto
uno spicchio piccolo di limone
sale e olio exravergine di oliva q.b.
Preparazione
Tagliare a dadetti l'avocado sbucciato e aggiungere le mandorle pestate, la finocchiella, le 2 gocce d'aceto, lo spicchio di limone spremuto, la foglia di limone sbriciolata, il sale e l'olio... e mangiare freddo! :-p                                                    Fonte: Avocado alle mandorle                                      

Eccomi qui!!!

Salve a tutti!!! Da oggi inizio questo blog e spero che sia l'inizio di uno splendido viaggio insieme attraverso le mie passioni e il mio amore verso la natura che ci circonda. Non amo parlare di me, sono una persona riservata che pensa sia giusto donare la propria conoscenza al prossimo, senza però esporsi troppo...Lascio la parola ai fatti e alle cose che inizierò pian piano a pubblicare. Un abbraccio di luce. Chiccaherbana